Un legume che troviamo tutto l’anno, fresco durante la primavera, secco nei mesi restanti. Un ingrediente nutriente, che in passato veniva definito “la carne dei poveri”.
Si tratta delle fave, la cui pianta, Vicia Faba, appartiene alla famiglia delle leguminose ed è originaria dell’Asia. La sua presenza in Italia è importante, soprattutto nelle regioni meridionali. Il frutto della pianta si presenta sotto forma di baccelli lunghi fino a 30 cm, al cui interno si trovano i semi, le fave appunto, dalla forma ovale e piatta.
La stagione che vede grandi protagonisti le fave, soprattutto in cucina, è la primavera. Fino al mese di giugno è possibile trovarle in commercio fresche. La tenerezza e la dolcezza che li contraddistinguono rende piacevole la possibilità di gustarle anche crude, insieme a pane e formaggio o in abbinamento al salame, come vuole la tradizione. Durante gli altri mesi le fave sono presenti nei mercati, sfuse o vendute in piccole confezioni, e si presentano secche o surgelate. Potranno essere consumate in tante ricette, tra cui zuppe e minestre, dopo un accurato ammollo che permetterà di ammorbidirle nuovamente.
Perché consumare le fave
Le fave fresche sono un legume poco calorico, a differenza di quelle secche, le cui calorie risultano essere molte di più.
Contengono circa il 5% di proteine, il 5% di fibre, il 4,5% di carboidrati e pochi grassi. Il resto è costituito da acqua.
Possiedono buone quantità di ferro, potassio, magnesio, rame e selenio. Non mancano le vitamine, soprattutto la C, la vitamina A, B1, B2 e B3.
Sono un ingrediente prezioso per chi segue un regime dietetico. Poche calorie, pochi grassi e tanta acqua aiutano a perdere peso. La presenza di fibre e proteine favorisce il senso di sazietà. Le fibre contrastano la stitichezza e hanno un altro ruolo chiave: diminuiscono l’assorbimento del colesterolo e stabilizzano i livelli di glicemia.
La ricchezza di acido folico li rende una valida presenza nel regime alimentare delle donne in gravidanza.
Anche inestetismi come la cellulite possono essere ostacolati con il consumo di questo ingrediente.
Viene infatti favorita la diuresi e contrastata la ritenzione idrica.
Da non trascurare, infine, la presenza di L-dopa, un precursore naturale della dopamina che, secondo alcuni studiosi, riesce a combattere il morbo di Parkinson.
Perché fare attenzione
Se per molti soggetti le fave costituiscono un alimento ricco benefici, per altri il loro consumo potrebbe portare gravi conseguenze. I soggetti affetti da favismo non possono in alcun modo consumarle. Questa patologia è causata dalla carenza di glucosio-6-fosfato deidrogenasi (G6PD), un enzima presente in tutte le cellule, fondamentale nella riparazione dei danni ossidativi come quelli innescati da alcune sostanze presenti nei semi della fava. L’ingestione di fave, da parte di persone affette da questa patologia, può causare nell’arco di 12 o 48 ore sintomi come: carnagione giallastra, urine scure, debolezza, insorgenza di febbre, e nei casi più gravi un collasso circolatorio.
Le fave in cucina
Le fave primaverili sono ideali da utilizzare in cucina per ricette veloci e salutari. Prima di pensare a come cucinarle bisogna saper scegliere un prodotto fresco. Un elemento utile da valutare per portare a casa delle fave fresche è sicuramente il baccello. Il suo colore deve essere di un verde brillante e lucido. Al tatto deve risultare sodo, turgido e croccante, tanto che provando ad aprirlo deve sentirsi uno schiocco. All’interno i semi saranno di un colore giallo-verde e l’occhio sarà verde e non scuro, come avviene con fave un po’ vecchiotte.
La freschezza dell’ortaggio si percepisce anche al gusto in quanto i semi saranno dolci e anche la pellicina sottile che li riveste può essere mangiata piacevolmente. Fave poco fresche o raccolte troppo tardi presentano invece una pellicina più dura e dl gusto amarognolo, che sarà necessario togliere.
Le fave fresche sono ottime da mangiare insieme a pane, formaggio e salumi pancetta, guanciale o salame. Possono essere spellate e condite in insalata, crude, magari accompagnate da scaglie di grana e glassa di aceto balsamico. Ottimo condimento anche per la pasta, cotte in umido o leggermente soffritte con cipolla, guanciale e pomodorini.
Le fave secche sono altrettanto buone ma richiedono un passaggio preliminare prima di essere cotte: l’ammollo.
Possono essere private della pelliccina dopo la reidratazione, oppure le si può conservare in freezer già spellate, per facilitarne l’impiego in diverse ricette, dalle minestre al più famoso macco siciliano. Se vi avanzano delle fave fresche, dunque, conservarle per l’inverno sarà semplice. Spellatele e conservatele nei sacchetti da congelo, crude oppure dopo averle sbollentate per pochi minuti e lasciate asciugare.
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